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martedì 21 novembre 2017

L'emendamento di SI alla Legge di Bilancio

Immagine correlataLa nostra battaglia incontra un'altra adesione molto importante, autorevole e prestigiosa. Grazie all'on. le Fassina, che ha fatto sue le nostre rivendicazioni, Sinistra Italiana ha presentato un emendamento alla Legge di Bilancio in discussione in questi giorni al Senato. 
Qui di seguito, vi riportiamo il testo di tale emendamento, sottoscritto dai suoi senatori. 

Come certamente si ricorderà, la proposta concreta dell'istituzione di un Fondo "ad hoc", ivi contenuta, era già stata avanzata dall'on.le Rizzetto, che pure ha sposato la nostra causa.
Per completezza di informazione, soggiungiamo che a giorni sarà discussa in Commissione Lavoro della Camera la risoluzione parlamentare presentata proprio dall'on.le Rizzetto per la individuazione di soluzioni pratiche, atte a dare seguito alle fumose dichiarazioni formali secondo cui «i vincoli posti dall'attuale quadro finanziario di riferimento non hanno sinora consentito al Governo di introdurre modifiche all'attuale disciplina in materia di buonuscita, sì da poter dare attuazione al predetto impegno».
La Risoluzione e questo emendamento propongono strumenti concreti per dar gambe a quel «Sinora» che sembra voler dire "vorremmo, ma...".
Come di consueto vi terremo aggiornati sul tema.

Emendamento di Sinistra Italiana - SEL - al Disegno di Legge 2960 (Legge di Bilancio).
Il testo è pubblicato tra gli allegati al resoconto della Commissione Bilancio del Senato di Giovedì 16/11/2017.

Ecco il testo dell'emendamento: 

24.0.19
Dopo l'articolo, inserire il seguente:
«Art. 24-bis.
(Istituzione di un Fondo per la rivalutazione del trattamento di quiescenza per i lavoratori della società Poste Italiane s.p.a.)
        1. Al fine di riconoscere gradualmente la rivalutazione del trattamento di quiescenza sia dei lavoratori cessati che di quelli ancora in servizio di Poste Italiane s.p.a., viene istituito un apposito Fondo presso il Ministero dell'economia e delle finanze finanziato con 91 milioni di euro annui dal 2018 al 2027 e con 4 milioni di euro annui dal 2028 al 2040.
        2. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, entro 60 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, stabilisce le norme attuative per la rivalutazione di cui al comma 1 nel limite delle somme del predetto Fondo».
        Conseguentemente, sostituire il comma 1 dell'articolo 92 con il seguente:
        «1. Il Fondo di cui all'articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, è incrementato di 159 milioni di euro per l'anno 2018, di 238 milioni di euro dall'anno 2019 all'anno 2027, di 226 milioni euro dall'anno 2028 all'anno 2040 e di 330 milioni a decorrere dall'anno 2041». 


5 commenti:

  1. Schiavi dell'Europa come siamo, vedi i richiami quotidiani di questi ultimo giorni, METTIAMOCI UNA CROCE ANCHE A QUESTO GIRO.

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    1. No.
      Solo chi combatte può sperare nella vittoria.
      C'è chi preferisce perdere che rinunciare a combattere.
      Spero che sarai tra chi combatte.

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  2. Con questa storia che serve un miliardo la gente prende paura ma va spiegato a caratteri cubitali che il miliardo e' spalmato in 23 anni.

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  3. lo stato paga con soldi pubblici 5 anni di prepensionamento ai bancari , alitalia e monte paschi di siena per noi postali la buonuscita dopo 2 anni e nemmeno rivalutata. Stiamo subendo una vera ingiustizia !!!

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  4. L'AAST, Azienda di Stato per i Servizi Telefonici era stata trasformata (in IRITEL), in attesa di essere regalata a TELECOM con tutti gli asset, poco tempo prima dell'inizio della trasformazione dell'Azienda Autonoma delle Poste e delle Telecomunicazioni, (ebbene sì, l'azienda "gemella"!) e ai dipendenti ASST era stata versata SUBITO la buonuscita. E' vero che erano circa 14mila e non 200mila ed è anche vero che la prima era "pregiata" mentre le Poste sono rimaste un carrozzone buono per assunzioni di favore, salvataggi Alitalia, "semplificazioni" negli appalti, ecc. ma tutto questo è stato fatto sulla pelle dei dipendenti di allora e qualcuno (politici e sindacalisti attovagliati ancora una volta) ha impedito che i fondi accantonati confluissero nel TFR!

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